Le domande della GenZ ai colloqui
“Perché dovrei accettare io questa posizione?”
“Perché si stanno licenziando da questa posizione?”
“Posso prendermi un giorno di ferie per la mia salute mentale?”
“Posso portare il mio animale domestico come supporto emotivo al lavoro?”
“Avete un bagno gender-neutral?”
“Devo veramente lavorare 40 ore alla settimana?”
Tra i trend di TikTok sta spopolando quello della “generazione Z ai colloqui di #lavoro” e queste sono alcune domande che — c’è chi giura — siano state fatte veramente durante i colloqui.
A leggere il tenore dei commenti, non sembra un’ipotesi così assurda.
Fabiana ha già avuto modo di rispondere a un paio di questi video in italiano, indicando secondo lei quali sono le domande legittime e quali, ad esempio “perché dovrei accettare”, invece siano malriposte (i.e.: in questo caso sono valutazioni che deve fare candidat*, non l’azienda).
Sono già qua che aspetto il chilo di commenti indignati perché “ai miei tempi…” ma la verità è che quei tempi non ci sono più. E che oltre a questo, una pandemia, una guerra e una serie di crisi hanno fatto scricchiolare le già poche certezze generazionali che c’erano.
Credo invece che bisognerebbe usare queste provocazioni come punto di partenza. E ahimè vedo ancora troppe poche società a volerlo fare.
Però poi mi raccomando, facciamo i titoloni sul giornale perché non troviamo personale…