Grazie Szczesny

Marta Basso
2 min readApr 14, 2023

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Giochi in casa, in uno stadio che per la tua squadra è storicamente sempre stato un fortino. Non sei il capitano, ma ti definiscono uno dei “senatori” dello spogliatoio. Il tuo secondo è forte, ma hai mantenuto il comando dei pali per anni ormai.

La tua squadra si gioca un quarto di finale di #EuropaLeague, di certo non la competizione che avreste preferito disputare, ma che ora va onorata, e che assicurerebbe un posto in #ChampionsLeague l’anno prossimo dopo un’annata difficile, piena di incertezze, di ostacoli sul cammino, per la maggior parte fuori dal campo, e non dipendenti da te.

La partita è bloccata sullo 0–0 anche grazie alle tue parate, pensi che finirà “di corto muso” come piace dire al tuo allenatore, tanto poi c’è il ritorno, e proprio mentre ti stai concentrando per una palla da fermo succede qualcosa.

Una fitta al petto, sempre più forte. Proprio in mezzo, al centro del costato. Provi a respirare ma l’unico risultato è la fame d’aria. Una fame d’aria che non avevi mai sentito prima — o a cui forse non avevi ancora dato un nome, almeno non pubblicamente.

Chiedi il cambio. Esci tra gli abbracci dei dottori e del tuo allenatore.

Parlano di attacco cardiaco.

Fai i controlli e “tutto a posto” dici nell’intervista post partita insieme al portiere che ti ha sostituito. “Un po’ d’ansia, facevo fatica a respirare”. Continui a ripetere questa parola “ansia”. “Ho avuto paura ma ora è tutto a posto”. Lo dici con un sorriso a 32 denti e un viso rilassato.

Così Wojciech #Szczesny, portiere della #Juventus, ha portato ieri in scena per la prima volta in un campo da calcio così importante, davanti agli occhi di milioni di spettatori, un #attaccodipanico.

Protagonista di certo inizialmente a sua insaputa, ci ha mostrato tutta l’umanissima #fragilità di un ragazzo. Lontano dalle retoriche dei milioni del conto in banca, dei tifosi che supportano ogni domenica, del lavoro più bello del mondo.

Raccontate ai ragazzi che quello di Tek, questo il suo soprannome, di ieri sera , è un attacco di panico. Chiamatelo con il suo nome. Insegnate a riconoscerlo e a stare vicino, come hanno fatto i dottori e come hanno fatto Max Allegri e Mattia Perin ieri sera.

La salute del cervello è democratica. E riguarda tutti noi. Dal giorno in cui nasciamo. Qualunque sia il nostro campo da gioco.

#salutementale

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Written by Marta Basso

Chief Creative Human Officer and Co-Founder @ Generation Warriors. Innovation enthusiast. I just produce a ton of content and I ain’t stoppin’.

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